DIARIO DI UN'EQUILIBRISTA..DELLA PMA

venerdì 28 febbraio 2014

RI-COMINCIO DA QUI

Iniziare a scrivere su questo blog rappresenta per me una sorta di nuovo inizio..ed è così che vorrei che fosse.
Vorrei con questo 2014 cominciato da poco riuscire a lasciarmi alle spalle due anni intensi e molto difficili..in cui mi sono spesso sentita sola ed esclusa da quello che io definisco "il club delle mamme"...
I blog delle donne fantastiche e fortissime che stanno seguendo il mio medesimo percorso e che soprattutto stanno provando le mie stesse emozioni mi sono stati e mi sono tutt'ora di grandissimo aiuto..quindi ho deciso anch'io di provare a condividere le mie esperienze al fine di poter aprire un dialogo, uno scambio che mi auguro sia di reciproco sostegno e conforto.

Come molte altre coppie, anche io e il mio compagno non riusciamo ad avere il bimbo che tanto desideriamo.

Ricordo ancora nitidamente il momento in cui l'ipotesi di avere un figlio si è trasformata in luminosa decisione.Eravamo in riva ad una spiaggia dell'estremo Nord  di fronte ad un mare gonfio e agitato, una foca che ogni tanto faceva capolino tra le onde..Ce ne stavamo lì, abbracciati a contemplare quello spettacolo della natura e a parlare di come avrebbe preso forma quel desiderio condiviso, fiduciosi del fatto che si sarebbe realizzato da lì a poco.Era l'agosto del 2011.
Nell'anno che ne è seguito ci sono stati mesi di delusioni ed inutili stick ovulatori, tanti esami del sangue, una sonoisterosalpingografia, terapie farmacologiche e con integratori che non hanno portato a nessun risultato, visite ed ecografie.
Gli accertamenti del caso sono stati fatti presto, sicuramente prima rispetto al normale perchè a complicare, o a semplificare, le cose (dipende dai punti di vista) c'è da aggiungere che sono "del mestiere", ovvero un'ostetrica. Io i bimbi non solo li ho sempre voluti, ma un po' li ho aiutati a nascere supportando le loro mamme anche durante la gravidanza.
Le problematiche relative al concepimento, poi, ironia della sorte, hanno sempre suscitato la mia attenzione ed interesse.Durante il mio tirocinio in ospedale presso il reparto di PMA parlavo spesso con le pazienti, e facevo fatica a comprendere cosa provassero veramente tra tutti quei monitoraggi e punture..Si, lo ammetto, ero una di quelle che pensava che tutta quell'agitazione nella ricerca non giovasse e che il fattore psicologico fosse centrale nell'ottenere una gravidanza..A mia discolpa dico solo che avevo 20 anni ed in genererale della vita non avevo ancora capito proprio niente.
Io ero quella che compilava le impegnative, preparava la strumentazione per la IUI, accompagnava la biologa in laboratorio e osservava ogni tanto spermatozoi "problematici" al microscopio.
Io ero quella che mai avrebbe pensato, nemmeno lontanamente, che un giorno si sarebbe ritrovata a ritirare le impegnative, a stare distesa sul lettino aspettando di fare la IUI e guardare il proprio compagno consegnare un campione di liquido seminale.
Ho preso confidenza con gli stessi farmaci che fino a quel momento avevo solo consegnato in mani piene di nervosismo e di speranza e capito che fare le iniezioni sugli altri e tutt'altra cosa rispetto a farsele su di sè.
A partire dalla fine del 2012 abbiamo affrontato due ICSI con molti imprevisti  e ripetuti transfer mancati (causa  una brutta PCO e un'endometrio particolarmente complicato); chi lo ha provato sa quanto può essere frustrante dover saltare il transfer dopo tutta la fatica fatta, restando in apnea per i mesi successivi (..magari dovendolo saltare di nuovo per altre inspiegabili problematiche..!).
Al primo tentativo l'unico embrioncino trasferito ha dato test positivo per 2 giorni, poi beta zero, al secondo due perfette blastocisti non ci hanno nemmeno provato ad impiantarsi..
Al momento sono in cova di altri due embrioni ottenuti da ovociti congelati, ma, sinceramente, non ci spero per niente..considerata la loro scarsa qualità e i fallimenti precedenti.

Le delusioni subite in passato, tutte le lacrime e i sogni in frantumi  hanno colpito profondamente me e il mio compagno e mi trovo sovente ad immaginarmi camminare su un filo sospeso, barcamenandomi in un precario equilibrio.Perchè se lottare contro l'infertilità è una sfida che richiede tanto tempo ed energie, spesso bisogna far finta di niente, celando e nascondendo il dolore che inevitabilmente porta con sè, nel tentativo di trattenere la normalità di tutti i giorni e che spesso appare (agli occhi degli altri soprattutto) come stabile e rassicurante.
Devo anche dire che nel mio percorso mi ritengo, nonostante tutto, fortunata: ho un compagno che mi ama e che a mia volta amo e che mi è sempre stato vicino, una famiglia che mi sostiene, amici pochi, ma buoni e dotati di intelligenza, apertura mentale e sensibilità..un ginecologo preciso e disponibile.
Dal punto di vista lavorativo potrebbe andare meglio (mi riesce molto difficile stare a contatto con mamme e neonati in questo momento e in ogni caso non ci sono posti) comunque riesco ad occuparmi, benchè precaria, di formazione e ricerca.

Mi rendo conto che mi sono isolata, da quelle che erano le mie passioni ed interessi per rifuggire la rabbia e la sofferenza derivata dal non poter stringere tra le braccia il mio bambino..e questo mi dispiace ed intristisce. Voglio però continuare a credere che questa sia solo una fase di difficile passaggio, una battaglia che va combattutta e che, ad un certo punto, riusciremo a vincere.

Voglio pensare che per tutte noi diversamente fertili arriverà quel giorno tanto atteso in cui dopo aver a lungo cercato, troveremo, finalmente quella splendida gioia che ci meritiamo.